lunedì 5 maggio 2014

Essere giovane e comunista

Essere giovani oggi assomiglia ad una corsa verso alcun obiettivo, se non quelli individuali di divertimento, senza mai pensare al prossimo o alla collettività. La colpa di tutto questo, non è solamente di noi giovani, ma penso che ci abbiano "regalato" un sistema su misura, dentro al quale possiamo esprimere al meglio la nostra individualità, senza consentire di mettere le nostre competenze al servizio di nessuno.
Non dovrebbe essere così, in quanto i giovani per una comunità dovrebbero essere la speranza. Migliaia di persone nel corso della storia hanno preso parte alla costruzione di grandi opere, nella speranza di fare il bene della collettività, nella speranza di essere ricordati. Invece è sempre l'opposto, le nostre azioni quotidiane creano ricchezza, ricchezza che a imprenditori e politici danno profitti giganteschi...e la parte che spetta a NOI adesso chi la detiene? In tutti questi anni la speranza per i lavoratori e i più deboli del nostro sistema è stata il bene comune, realtà che quasi in nessun angolo del nostro pianeta è stata applicata, facendo trionfare il bene personale la forza DEL PIÙ RICCO! Bene, io sono giovane e sento sulle mie spalle la pressione di essere LA SPERANZA NEL FUTURO di questo Paese, ma sono soprattutto COMUNISTA perché sento sempre più forte la speranza di un mondo diverso, dove ognuno da il suo singolo contributo nel centrare gli obiettivi comuni. Quanti di voi oggi si sentono un vuoto dentro? Quanti di voi vorrebbero essere ascoltati o partecipare attivamente alla vita civica del proprio paese? Mi piacerebbe il sabato e la domenica vedere le nostre piazze piene di persone scambiare pensieri, come nelle antiche agorà greche. Invece vediamo puntualmente persone che deturpano gli ultimi beni pubblici che abbiamo, cittadini parlare di politica come se fossero allo stadio o peggio ancora analizzando le azioni del governo leggendo le pagelle della gazzetta dello sport. No signori, così avanti non si può più andare, così lasciamo il nostro Paese in mano a burocrati che continuano ad arricchirsi sulle nostre spalle, così diamo manforte ad un sistema che premia le raccomandazioni e non le azioni.  Ogni cittadino deve essere al centro delle politiche di un Paese, perché solo  in questo modo possiamo difendere i  nostri diritti, facendo uscire la nostra voce.
Sono COMUNISTA perché conosco la storia, perché vorrei un futuro di equità, diritti, doveri e soprattutto un senso civico comune da far arrossire i paesi del Nord Europa. Dopo tutto penso che essere comunisti a vent'anni sia quasi un obbligo, quasi un dovere!

 Vincenzo Belvedere, Circolo "E. Che Guevara"